Carta d’identità
- Nome: Gli Scorpioni del Tiranno
- Numero di riconoscimento: 45
- Anno di fondazione: 2004
- Primo conducente (cavallante): Davide Casagrande
- Responsabile del carro (capocarro): Alberto Borsetto
- Realizzatore della decorazione: Cinzia Perino
- Premi vinti pariglie: 3 primi premi (2013, 2015, 2017), 2 secondi premi (2012, 2018), 2 primi premi combattività (2016, 2019)
- Premi vinti Cavalli, Finimenti e Guida: 2 secondi premi pariglie (2017, 2018)
Un nome davvero “eporediese”
Chiunque partecipi alla Battaglia delle Arance conosce il carro degli Scorpioni del Tiranno, conosce la loro tenacia, sa che non si tratta di un carro “facile”. Da dove deriva il loro nome? «Trae origine dalla tradizione eporediese e dall’iconografia a questa collegata, lo Scorpione, è da sempre simbolo della città di Ivrea» ci spiegano « il Tiranno, termine utilizzato all’ombra delle rosse torri per indicare il potere ed il governo ai tempi del feudalesimo, periodo storico nel quale si sarebbe svolta la leggenda che dovrebbe dare origine al nostro Carnevale».
La storia del carro

Come molti ricordano, gli Scorpioni del Tiranno erano conosciuti per essere il “carro nero”, se il 2004 è l’anno di nascita, il 2005 è l’«anno nel quale ci siamo presentati nelle piazze cittadine con una livrea, (sia nelle sponde del carro che nelle divise degli aranceri), dalle tonalità cromatiche assai scure e tenebrose, venendo di conseguenza soprannominati come il carro nero». Il 2009, con l’ingresso di altri tiratori tra cui Alberto Borsetto, è l’anno del cambio di colore e di aspetto estetico. Oggi gli Scorpioni del Tiranno vestono il bianco-rosso dello stemma della Città di Ivrea.
Essere una squadra
Se i valori del carro sono principalmente lealtà e rispetto delle tradizioni, un fattore fondamentale è l’ambiente che si è creato. «L’avvenimento, se così lo si può definire, che ha segnato la nostra storia è stato sicuramente l’incontro tra i rappresentanti della nostra compagine, ossia il cavallante Davide e il capo-carro Alberto. Grazie a questa unione ed al connubio che da essa è nato, sin dal primo Carnevale che li ha visti insieme l’ambiante è stato caratterizzato da serenità, allegria ed un po’ di sana goliardia e sempre grazie al loro forte legame le difficoltà e le problematiche che si sono manifestate durante i cammini di avvicinamento alle varie edizioni dei carnevali sono state oltrepassate e superate.»
Il Carnevale? “Non esiste Natale o Capodanno che possa reggere il confronto”
Per il carro 45 il Carnevale è molto più di una festa. «Possiamo dire che il Carnevale rappresenti una parte della nostra vita e sia entrato nel nostro sangue diventando parte integrante del nostro essere» raccontano entusiasti «Questa, per alcuni, potrebbe sembrare una dichiarazione da fanatici o invasati, ma tanti appassionati come noi sanno che il richiamo della piazze e della battaglia sono un’emozione unica ed irripetibile che non ha eguali e che viene attesa dalla chiusura di un’edizione fino all’apertura di quella successiva». Se loro sono fanatici o invasati, state pure tranquilli che allora lo siamo anche noi.
Quel momento del martedì grasso…
Come abbiamo ben capito, gli Scorpioni del Tiranno vivono a pane e Carnevale. Ma come tutti gli amanti di questa festa hanno un loro momento preferito, c’è qualcosa che amano più di tutto il resto. «Durante gli ultimi passaggi del carro nelle piazze nella giornata del martedì grasso, a circa metà di ognuna di esse il carro si ferma e dopo qualche minuto di battaglia questa viene interrotta permettendoci di togliere le maschere per poi consentirci di salutare e stringere le mani agli aranceri a piedi intorno al carro». Quali sentimenti provano? «Questi istanti rappresentano un concentrato di adrenalina, passione, felicità e rispetto unici ed irripetibili nonché a nostro avviso la vera essenza della battaglia del arance e del Carnevale stesso».
L’edizione 2020
Non possiamo che chiedere anche a loro un commento, un parere, una considerazione su questo Carnevale finito “male”. «L’amarezza per il triste epilogo è ancora notevole, pertanto vorremo girare il prima possibile questa brutta pagina della storia del Carnevale per poi poter pensare con allegria e spirito positivo all’edizione del 2021». Il boccone amaro non è certamente facile da digerire, ma la speranza di un grande 2021 ci farà andare avanti.
Ivan Boine