
- Anno di fondazione : 1966
- Zona tiro : Piazza Ottinetti
- Primi premi : 4
- Num max iscritti : 480 / anno 2020
- Simbolo : scorpione nero
- Colori : giallo/verde
- Casacca : gialla
- Pantalone : verde
- Foulard : verde
- Sede : via Peana, 1
- Sito ufficiale : www.scorpionidarduino.it
A Ivrea c’è una squadra di aranceri che ha deciso fin dalla sua nascita di legarsi in maniera indissolubile alla città: gli Aranceri Scorpioni d’Arduino. Infatti, i colori sociali – il giallo e il verde – rimandano a una delle cinque parrocchie storiche, quella di San Salvatore, e il simbolo – lo scorpione nero – rimanda allo scorpione italiano presente nell’eporediese da cui deriva uno degli emblemi della città; inoltre la squadra ha trovato fin da subito identificazione nella figura storica di Arduino, Marchese d’Ivrea e Re d’Italia intorno all’anno 1000.
La nascita degli Arduini
Il nome iniziale della squadra derivava proprio da re Arduino: gli “Arduini” erano un gruppo di ragazzini che nel 1966 voleva organizzare una propria squadra. Nel ’68 grazie al contributo di un commerciante di via Arduino riescono a gettare le basi dell’associazione, trovando il sostegno degli aranceri più grandi iscritti ad altre squadre: a quei ragazzini temerari mossi da tanta convinzione non si poteva che voler bene. Il 1969 è l’anno del battesimo di fuoco: dopo non poche difficoltà burocratiche e formali, gli Arduini vengono riconosciuti come squadra di aranceri a piedi. La loro piazza di tiro diventa Piazza del Distretto, oggi Piazza Ottinetti. La prima casacca ha come simbolo lo stemma d’Ivrea, sostituita poi dalla corona di re Arduino; nel 1971, con l’adozione dello scorpione nero, la squadra prende l’attuale nome, Aranceri Scorpioni d’Arduino.

La casa degli Scorpioni
Per descrivere cos’è nato da quei ragazzini del nucleo originario, basta andare in via della Cattedrale, nel centro storico, a visitare la sede degli Scorpioni. Il locale è stato completamente ristrutturato grazie ai contributi della squadra, grazie a impresari edili e a muratori iscritti che hanno dato il proprio contributo per ristrutturarla. E ora la stanno comprando. «Per occuparci della sede forse abbiamo trascurato un po’ la squadra» sono parole di un membro del direttivo giallo-verde che fanno un certo effetto. Dall’esterno è difficile giudicare se questa frase sia veritiera o meno, sicuramente però una squadra ha bisogno di una casa, e se casa tua la costruisci tu, il legame con essa è sicuramente più forte.
Amore per la tradizione carnevalesca e non tanto per la spettacolarizzazione. Se questa può essere una chiave di lettura degli Arduini, una cosa è certa: la tradizione e i valori che vengono tramandati dal 1966 ora hanno una casa dove possono essere trasmessi alle nuove generazioni. Perché si ha bisogno di un nido sicuro per poter spiccare il volo.
