Il Giuramento
Il Magnifico Podestà compie il Giuramento di fedeltà agli Statuti comunali in Piazza Castello, dove un tempo sorgeva la sede dell’antico comune; lo fa accompagnato dal suo seguito e dai Credendari, i consiglieri nel libero comune, giura davanti al popolo eporediese, al Vescovo, al Cittadino Generale e alla Vezzosa Mugnaia. In seguito il Podestà si sposta al Castellazzo, dove preleva con la Mazza podestarile una pietra – che servirà per la Preda in Dora – dai ruderi della dimora del tiranno.
Preda in Dora
La prima apparizione di questa cerimonia negli annali cittadini risale al 1608. Il Podestà col suo seguito e coi Credendari si reca al Castellazzo, dove stacca una pietra della rocca pronunciando la solenne promessa che in tale luogo non sorgerà mai più un nuovo castello (simbolo del potere feudale): “non permittam meo posse edifficium aliquod construi in loco et terreno in quo erat castrum sancti Mauricii et turres quondam Marchionis”. Nel 1683 è attestata la frase tipica della Preda in Dora, “hoc in spretum olim Marchionis Montisferratii“, pronunciata durante il lancio della pietra . La pietra viene infatti scagliata a valle dal Ponte Vecchio, in un cerimoniale austero ma estremamente simbolico che rappresenta la volontà del popolo eporediese e delle sue istituzioni comunali di rigettare vecchi e nuovi domini feudali.

Ivan Boine