Giulia Garda – Abbà per l’edizione 2020 del Carnevale d’Ivrea – ha nove anni e frequenta la scuola elementare Massimo d’Azeglio. Fiera arancera dei Diavoli, quest’anno ha messo da parte la casacca giallo-rossa per rappresentare la parrocchia di San Salvatore.

“Mi mancheranno il mio vestito e lo spadino”
“E’ stata un’esperienza unica”, racconta, “per me i giorni di Carnevale significano divertimento, allegria, passione e quest’anno ancor di più del solito. Mi sono divertita tanto con gli altri Abbà ed è stato bello poter trascorrere anche la giornata di Martedì insieme”. “Eppure”, puntualizza, “durante questo Carnevale ho anche pianto. E’ successo domenica sera, quando ho capito che sarebbe finito tutto… Lo avevo sentito dire durante la sfilata, ma speravo non fosse vero. La cosa per cui sono più dispiaciuta è non aver potuto finire il mio Carnevale accendendo lo scarlo”. Tanta tristezza, una punta di rammarico per la mancata conclusione e forse già anche un po’ di nostalgia… “Cosa mi mancherà del Carnevale? Tutto. Il mio vestito giallo e verde, il cavallo, lo spadino e l’intera atmosfera carnevalesca”
Mamma Serena, ex Vivandiera: “Carnevale breve ma intenso”
Mamma Serena – Asso di Picche e Vivandiera per l’edizione 1998 – ci racconta che anche il fratello di Giulia, Stefano, ha fatto l’Abbà per il Rione di San Salvatore, nel 2016. “Mi è dispiaciuto perchè noi abbiamo concluso i nostri carnevali, mentre lei no”, ci dice. “Inoltre”, continua, “la notizia della sospensione non ci è nemmeno stata comunicata ufficialmente. Nessun discorso, abbiamo saputo tutto tramite i social. Mi avrebbe fatto piacere ci avessero detto ‘è finita’, anche perché i bambini continuavano a chiedercelo. Come genitori eravamo tristissimi. La domenica in piazza piangevamo tutti: noi, i nostri figli, la Mugnaia e tutti i presenti”.
“Rimane la sofferenza per un Carnevale interrotto drasticamente”
Sul corteo spontaneo dei personaggi storici di lunedì, invece, commenta: “Nessuno ci ha avvertiti. Noi eravamo andati alle giostre perchè Giulia era giù di morale, in Via Palestro siamo arrivati casualmente e purtroppo nel momento in cui era già tutto finito. È stato un peccato: mancavano solo gli Abbà”. “Per me”, conclude, “è stata un’esperienza breve ma molto intensa e ricca di emozioni. Il momento dell’alzata è stato emozionante e sono contenta che si sia creato un bel legame tra i bambini. Certo rimane la sofferenza per un Carnevale interrotto drasticamente”.
Martina Gueli