È finita… Per quest’anno.

È finita, davvero. Ieri sera ne parlavo con dei colleghi, avremmo voluto berci qualcosa insieme in piazza – Nico tira nei Mercenari, Marco negli Arduini, io nei Diavoli – ma nulla, è tutto finito. Questa mattina mia mamma ha fatto il lavaggio delle divise, non un semplice risciacquo come dopo un giorno di tiro… Le ha lavate per metterle via. Non ci si riesce a credere, ma ieri un’ordinanza comunale ha sospeso lo Storico Carnevale d’Ivrea.

La serata di domenica 23 febbraio.
( Davide Brunetti )

Il silenzio della città

Oggi nessun urlo “maschere!” riscalderà le piazze. Il lunedì di Carnevale è sempre stato il giorno di tiro preferito da noi aranceri, senza l’euforia del primo giorno, senza l’ansia dell’ultimo… Gli aranceri che da decenni affrontano i carri ci insegnano che è il lunedì il giorno in cui si decide l’esito della Battaglia. Oggi invece regna il deserto. Ci hanno spenti in qualche modo, ci hanno resi increduli. È come una mancata qualificazione a un Mondiale di calcio, ma amplificata dal fatto che questo evento rappresenta la nostra storia, i nostri colori, i nostri valori: ieri si è spenta la grande festa eporediese.

Carnevale sospeso: è la quarta volta

Prima di ieri molti di noi pensavano che il Carnevale non si potesse fermare, pensavamo che il Carnevale fosse qualcosa che andava realizzato comunque, in ogni caso. Altre tre volte è successo nella storia: durante le due guerre mondiali – per ovvie ragioni – e nel 1960 quando morì improvvisamente Adriano Olivetti, figura che non ha bisogno di presentazioni, a ridosso della cerimonia. Il 2020 entra ora nella storia del nostro Carnevale, e la splendida Paola Gregorutti sarà ricordata, purtroppo, come la Mugnaia che è restata in carica per un giorno soltanto.

Domenica 23 febbraio, unica giornata di tiro.
( Davide Brunetti )

La forza di ripartire

Prima o poi passerà, che ci voglia un giorno, due, una settimana o anche un mese. Quando quella sensazione che proviamo dentro si dissiperà, dovremo prendere atto di una cosa: è finita l’edizione 2020, non il Carnevale. Dobbiamo esserne consapevoli. Questa feste, questa città, si sono riprese da fatti di una portata ben diversa: nel 1947, nell’Italia da ricostruire, un gruppo di ragazzi diede vita alla prima squadra organizzata di aranceri a piedi, segnando una svolta nella festa carnevalesca; nel 1960 la morte di Adriano Olivetti segnò l’inizio della fine del sogno olivettiano, dell’Ivrea industriale… E il Carnevale si riprese. Prendiamoci tutto il tempo affinché questa ferita molto dolorosa si rimargini, poi rimbocchiamoci le maniche per rendere l’edizione 2021 qualcosa di indimenticabile.

Ivan Boine